mercoledì 18 aprile 2018

Famiglia Jonghi Lavarini

Famiglia Jonghi Lavarini - 2018


JONGHI LAVARINI
Nobili Decurioni di Ornavasso - Patrizi Ossolani
Uradel von Naters - Walser Freiherr von Urnavas

Sippe Walser (famiglia tedesco-vallese) del Monte Rosa, Uradel (di antica nobiltà feudale, citata nei documenti storici ufficiali fin dal 1275), originaria di Naters, vicino a Briga (in Svizzera) e trasferitasi, in parte, in Vall d’Ossola, nel XIII secolo, esattamente a Casaleccio di Ornavasso. Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, riconoscendolo legittimo erede dei primi signori feudali di Ornavasso (un ramo cadetto dei conti carolingi Castello Crusinallo, poi trasferitisi nel Vallese) con lo spettante titolo di Freiherr von Urnavas. Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti di Castelletto Ticino rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia.  Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati  negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari (credenzieri, decurioni)  et uomini particolari di detto luoco”.  Nel 1605, gli Jungen Urnavas sono citati nel “Wappenbuch des Heligen Romischen Reichs” (registro degli stemmi del Sacro Romano Impero). Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nobile Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome anche quello materno Lavarini, insieme al relativo stemma. I Lavarini sono una nota famiglia patrizia ossolana (di remota origine veneta), di medici ed impresari, citata fin dal 1575 che, da allora, fece sempre parte dell’amministrazione di Ornavasso, prima del Feudo e poi del Comune. Fra i tanti personaggi illustri della Famiglia Jonghi Lavarini, ricordiamo: il Capitano Giovanni (1821-1883) combattente pluridecorato per le tre Guerre per l’Indipendenza ed Unità d’Italia; il sopraccitato Comm. Prof. Ing. Cesare (1864-1934), studioso della lingua walser, poeta e filantropo. Da ricordare anche l’italo-argentino Tito Jonghi, imprenditore cosmopolita, fondatore della omonima casa motociclistica a Parigi.
Il Regno d’Italia riconobbe solo una consolidata e generosa Nobiltà Decurionale (More Nobilium, ovvero Nobili Decurioni di Ornavasso e Patrizi Ossolani, in quanto partecipanti, da generazioni, alla amministrazione ed al governo locale) anche se, gli Jonghi Lavarini, soprattutto all’interno della comunità internazionale alpina Walser, hanno sempre continuato a vantare pubblicamente i tradizionali titoli vallesi di “Uradel von Naters” (Nobili di Naters) e di  “Freiherr von Urnavas” (Baroni di Ornavasso), riconosciuti dallaWalliser Vereinigung Für Familienforschung” (Associazione Genealogica del Vallese), dalla “Schweizerische Heraldische Gesellschaft” (Società Araldica Svizzera), dalla “Walser Uradel Kulturverein” (Associazione Culturale della Antica Nobiltà Walser) federate alla “Association de Familles Suisses (ASF, a sua volta aderente alla CILANE, Commission d’Information et Liason des Associations Nobiliaires Europèennes) e dalla Internationaler Adels Verband (Associazione Internazionale della Nobiltà) utilizzando le relative distinzioni araldiche baronali, ancora ben visibili sulle loro storiche dimore nel Vallese, in Ossola ed anche a Milano.
 
Gli attuali rappresentanti discendono da Sua Eccellenza Cav. di Gran Croce Ing. Edmondo Luigi,  Luogotenente d’Onore a vita dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (OESSG) del nord Italia (Dignitario Membro del Gran Magistero con Palma d’Oro, titolo personale di Conte Palatino del Sacro Palazzo Lateranense,  “Conchiglia del Pellegrino” del Patriarcato Latino di Gerusalemme, “Sacro Segno” del Custode Francescano di Terra Santa, “Santa Croce di Gerusalemme” del Patriarcato Cattolico Greco-Melkita e Gran Croce dell’Ordine Ortodosso di Santa Caterina del Monte Sinai), Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia e dell’Ord. Pontificio di San Gregorio Magno, Cav. Ord. Pontificio di San Silvestro Papa, Cav. al Merito della Rep. Fed. di Germania, Ufficiale del Savoia Cavalleria nei Lancieri di Novara e Capitano del Genio Militare II.G.M., Cittadino Benemerito del Comune e della Provincia di Milano, amico e benefattore del Beato Don Carlo Gnocchi, 1904-1987) sposato con N.D. Ester Boni - Spadaccini (Dama di Commenda OESSG, 1915-2009).
Stemma: Destra di bianco, pianta verde in campo con forti radici attorniate da due lettere “J” d’oro. Sinistra d’azzurro, tagliato da sbarra d’oro, in alto a dx tre soli d’oro, in basso a sx giglio d’oro Motto: “OTIUM CUM DIGNITATE”.  
La famiglia è attualmente rappresentata dal Nobile Dott. Cesare Giovanni Jonghi Lavarini (Milano il 25 gennaio 1939),  Commendatore dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme e Medaglia d’Oro della Camera di Commercio ed Industria di Milano, Amministratore Unico della Società Edificatrice Immobiliare Milanese (fondata dal padre nel 1927), sposato con la N.D. Dott. Alda dei Conti Ganassini di Camerati (*)  Dama OESSG, n. Milano 8 settembre 1940), da cui:
1) Nobile Dott. Cristina (n. Milano, 6 aprile 1967) Ausiliaria della Croce Bianca;
2) Nobile Dott. Roberto (n. Novara 10 giugno 1972) Cavaliere dell’Ordine Dinastico dei Santi Maurizio e Lazzaro (Casa Reale di Savoia) e di una decina di altri importanti ordini cavallereschi cristiani di tutto il mondo, Volontario del Sovrano Militare Ordine Ospedaliero di Malta (SMOM), Patrizio Bizantino (Casa Imperiale Ortodossa Cantacuzene), Grande Ufficiale dell’Ordine dell’Aquila Romana (sodalizio patriottico della Famiglia Mussolini), vice presidente fondatore della associazione culturale internazionale Aristocrazia Europea, delegato della Walser Uradel Kulturverein e portavoce della Deuschen Adel der Alpen, membro corrispondente della Società Genalogica Italiana e del Centro di Sudi Araldici, membro della fondazione internazionale Identità e Tradizioni Europee, membro della fondazione federalista per l’Europa dei Popoli; sposato con Veronica Corradone (n. Milano 27 febbraio 1978) Dama dell’Ordine al Merito di Savoia, da cui la Nobile Beatrice Fiammetta (n. 10 giugno 2001), Giovane Volontaria SMOM;  la Nob. Ludovica Elisabetta (n. 28 novembre 2007), Giovane Volontaria SMOM; e la Nob. Margherita Benedetta (n. 23 luglio 2014).
Fratelli minori di Cesare Giovanni sono:  
2) Nob.Arch. Maria Grazia (2.2.1940), vedova Ing Carlo Pastonesi, da cui Alessandra, Francesca, Federica e Giuseppe;
3) Nob.Arch. Giuseppe Maria (22.4.1941), Commendatore OESSG, Capitano di Fanteria, Presidente della Di Baio Editore Spa, vedovo Arch Gabriella Giani, da cui Nob. Eleonora Isabella e Nob. Arch. Edmondo Maria (18.07.1971) sp. con Donna Dott. Concetta Torracca, da cui Nob. Gregorio Giuseppe (23 luglio 2011) e il Nob. Orlando Giuseppe (12 novembre 2014);
4) Nob. Anna Giovanna Maria (25.6.1943), sposata Dott.Prof. Giulio Pampari (medico primario), da cui Michele, Dino ed Ester;
5) Nob.Arch. Gianfranco (21.11.1946), Grande Ufficiale OESSG, Dirigente Rotary Italia, sposato con Matilde Crosio (Dama OESSG) da cui il Nob.Arch.Ing.  Eugenio Massimiliano (16.2.1981);
6) il Nob.Dott. Eugenio (11.9.1954) Cavaliere OESSG, medico primario, sposato con la Dott. Loredana Bonisolli (Dama OESSG) da cui il Nob. Lorenzo (5.2.1987).

Cugini di Cesare Giovanni sono:
1) il Nob.Dott. Gianmaria (5.12.1944), Cavaliere OESSG, medico primario, consigliere Associazione Nazionale Dentisti, sposato con la Dott. Angela Malerba, da cui la Nob. Giulia Donata;
2) Nob. Maristella (25.8.46) sposata con il Dott. Francesco Besana, medico dermatologo, da cui Elisabetta Veronica e Filippo Giuseppe Maria.
 
(*) I Ganassini di Camerati sono una antica famiglia lombardo-veneta: Nobili, Signori della Decima di Lumiago, Conti di Camerati, Patrizi Veneti con il trattamento di N.H. e N.D. (Libro d’Oro della Nobiltà Italiana edito dal Collegio Araldico), Cavalieri Di Grazia e Devozione del Sovrano Militare Ordine di Malta, Cavalieri di Giustizia Jure Sanguinis del Sacro Ordine Costantiniano di San Giorgio.

martedì 2 febbraio 2016

Roberto e Veronica Jonghi Lavarini con George Romanoff.

 
ROBERTO e VERONICA JONGHI LAVARINI
con GEORGE ROMANOFF di RUSSIA

 
 
 
 
Uno zar a spasso per Milano. Romanoff fa impazzire i super-vip.

Si è conclusa la visita ufficiale milanese di Sua Altezza Imperiale il Principe Zarevic George Romanoff, Granduca di tutte le Russie. Il giovane e simpatico principe russo, oltre ad essere il legittimo erede al trono degli Zar…

 
Si è conclusa la visita ufficiale milanese di Sua Altezza Imperiale il Principe Zarevic George Romanoff, Granduca di tutte le Russie. Il giovane e simpatico principe russo, oltre ad essere il legittimo erede al trono degli Zar, e devotissimo rappresentante del Patriarcato Russo Ortodosso di Mosca, è ambasciatore culturale e commerciale della Russia, in perfetta sintonia con il governo e le politiche del presidente Vladimir Putin, del quale, oltre ad essere sostenitore e collaboratore, è amico personale.

Per questo, oltre ad incontrare la comunità russa ortodossa di Milano ed i rappresentanti dell’aristocrazia europea, nel corso dei tre giorni, ha anche avuto importanti e strategici incontri istituzionali, con la Regione Lombardia (ricevuto dal presidente Roberto Maroni e dall’assessore Giulio Gallera), con Assolombarda Confindustria, Confagricoltura, Borsa di Milano e Mediobanca. George Romanoff, sempre accompagnato dal suo rappresentante in Italia, il nobile milanese Mario Filippo Brambilla di Carpiano (delegato della Fondazione Imperiale, ente benefico internazionale sulla ricerca sul cancro, e socio dello studio di consulenza commerciale internazionale Romanoff & Patners, con sede principale a Bruxelles), da monsignore Dimitri Fantini (archimandrita della Chiesa Ortodossa di Via Giulini a Milano) e dal barone Roberto Jonghi Lavarini (fra i promotori dell’associazione culturale Aristocrazia Europea, immobiliarista, bene introdotto negli ambienti politici lombardi) ha ufficializzato il suo rapporto di collaborazione con Lombardia-Russia, ed i suoi satelliti in Liguria e Piemonte, la più grande, storica ed organizzata associazione culturale filo-russa in Italia, presieduta da Gianluca Savoini, giornalista esperto di geopolitica.

L’evento certamente più significativo è stata la conferenza che si è tenuta presso lo studio legale Grimaldi, sulle opportunità economiche in Russia e le sanzioni, al quale hanno partecipato un centinaio di selezionatissimi imprenditori ed investitori. Relatori sono stati: Anna Marino (giornalista del Sole 24 Ore), l’avvocato Maurizio Mengassini (esperto di diritto pubblico nazionale ed internazionale), il professore Fabrizio De Marinis (intellettuale, storico e giornalista), l’imprenditore Ernesto Preatoni, Rebecca Bettarini (dirigente di Finmeccanica) e, non poteva mancare, il principe Guglielmo Giovannelli Marconi (presidente del centro studi internazionali Libere Identità Europee).

Fra il pubblico, sono stati notati altri nomi noti dell’imprenditoria lombarda come: Marco Bruciamonti (Farmagan), Ivan Drogo Inglese (ASPESI), Giuseppe Ganassini di Camerati (Rilastil) e Giulio Livoni (MUSA). A conclusione di questo tour imperiale, vi è stato, “va san dir”, un esclusivo ricevimento presso il magnifico palazzo nobiliare dell’avvocato Alessandro Verga Ruffoni Menon, a San Fermo della Battaglia, in provincia di Como, al quale hanno presenziato amici e sostenitori, sia russi che italiani, dello Zarevic e rappresentanti di famiglie storiche, dai Dalla Chiesa ai Paternò, una media di due cognomi a partecipante, come i conti: Giuseppe Manzoni di Chiosca e Poggiolo, Enzo Modulo Morosini di Risicalla e Sant’Anna, Alessandro Romei Longhena e Paolo Vandelli Bulgarelli di Marsciano.
 
 
 
 


 
 

 


 

giovedì 7 gennaio 2016

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini (gennaio 2016).

 
 
“Nel sistema capitalista occidentale, le istituzioni democratiche elettive (governi, parlamenti e partiti), quindi i cittadini, contano sempre meno. I veri padroni del mondo sono le banche centrali private che stampano denaro e lo rivendono agli stati, rendendoli schiavi del loro debito; coloro che estraggono e gestiscono petrolio e gas, gli speculatori dell’alta finanza internazionale che controllano borse, banche ed assicurazioni, influenzando gran parte dell’informazione e della politica. E la NATO-USA è diventata il braccio armato di questi interessi economici privati. Per noi europei, certamente meglio una strategica alleanza con la Russia di Putin... Ma li vedete, a Milano, i nuovi grattaceli, simboliche torri falliche del potere? Chi sono i proprietari? Allianz, Generali, Unicredit e l’Emiro del Qatar, peraltro, lo stesso, che finanzia i terroristi dell’Isis... Tutti i governi occidentali, se sommiamo l’astensionismo al voto di protesta, si reggono sul consenso, peraltro spesso viziato e clientelare, di neanche un terzo della popolazione:  aveva certamente più sostegno reale il regime fascista di Mussolini…” Così risponde Roberto Jonghi Lavarini, 43 anni, autorevole esponente della destra sociale italiana, alla mia domanda, volutamente provocatoria, sul suo essere “contro la plutocrazia mondialista”.  Intervisto Jonghi, dopo che mi ha offerto un caffè ed una fetta di torta, fatta dalla moglie Veronica, nel salotto di casa sua. Come sfondo ho una grande libreria bianca, strabordante di libri, di tutti i generi ed epoche, corredata da disegni e lavoretti delle tre figlie, medaglie, soldatini e, naturalmente, un  fascio bene in evidenza, “originale della RSI” ci tiene a precisare.
Quali sono le iniziative politiche del movimento di Destra per Milano? “Sosteniamo un progetto a tre tappe: prima l’unità a destra, intorno a Fratelli d’Italia; poi un grande fronte nazionalpopolare, guidato da Giorgia Meloni e Matteo Salvini; infine una nuova alleanza elettorale e programmatica di centrodestra, per tornare a governare Milano e l’Italia.” Quindi sarai candidato al Consiglio Comunale? “No. Il settore immobiliare ed edile, come tutta la sana economia reale e produttiva, è in forte crisi, massacrato da tasse, burocrazia, banche ed Equitalia… Non sono un mestierante della politica e, purtroppo, non ho soldi e tempo per una campagna elettorale così impegnativa. Prima viene la famiglia, quindi il lavoro, e le poche energie rimanenti preferisco dedicarle ad attività culturali e sociali.”
Sei spesso in radio e TV come opinionista, sei consulente di geopolitica e collaboratore (con pseudonimo) di importanti testate giornalistiche nazionali; accompagni le “Altezze Reali ed Imperiali” nelle loro visite ufficiali milanesi; sei persino diventato coprotagonista dei romanzi pulp di Ippolito Edmondo Ferrario: oramai il "Barone Nero" è un personaggio pubblico… “Mah, io, molto sinceramente, sono solo me stesso, dico quello che penso e cerco di fare quello che dico. Le mie idee e la mia schiettezza non mi hanno certamente aiutato a fare carriera politica o a guadagnare soldi, anzi, ma, tanti compatrioti, condividono ed apprezzano le mie azioni ed il mio stile. Io cerco di fare semplicemente quello che ritengo essere giusto, quello che considero il mio dovere. Magari, mi candiderò alle prossime elezioni regionali lombarde, nel 2017…”
(a cura di Gianni Spina - italianosveglia.com) - gennaio 2016

lunedì 29 giugno 2015

Intervista a Roberto Jonghi Lavarini.


 
venerdì, giugno 26, 2015    
 
Roberto Jonghi Lavarini, classe 1972, discendente da una famiglia tedesco vallese di antica nobiltà feudale, laurea in Scienze Politiche con tesi in “Araldica e Comunicazione”, cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro, membro della Società Genealogica Italiana e del Centro Studi Araldici, soprannominato “barone nero” per la sua militanza politica, è tra i promotori della nuova associazione culturale Aristocrazia Europea
 
Barone, ci parli della vostra nuova iniziativa che ha già suscitato grande interesse... 
 
Premetto, al di là del simpatico soprannome, che sono un semplice decurione di campagna, orgoglioso delle proprie radici “walser”. Esattamente, il titolo spettante, ereditato dai miei antenati, sarebbe quello di “freiherr” che, nella giusta interpretazione tradizionale ed etimologica germanica, significa “uomo libero”, ovvero capo famiglia, in armi, non soggetto ad altra legge ed autorità, se non quella della propria “sippe” (comunità, tribù, villaggio). Preciso anche che sono solo uno dei promotori dell’associazione e che la stessa nulla ha a che fare con la politica. 
 
Prendiamo atto. Come nasce e come affronterà il futuro la vostra fondazione? 
 
Dalla volontà di un gruppo di amici, appassionati cultori e studiosi di storia, tradizioni, araldica e ordini cavallereschi, di preservare il pensiero aristocratico, ed il vero significato di nobiltà. Noi non siamo una classica associazione nobiliare o uno dei tanti sodalizi cavallereschi, legittimi e spesso anche benemeriti, che  rilasciano riconoscimenti, titoli e medaglie. Noi facciamo cultura e ci occupiamo di storia e di filosofia. Disprezziamo e condanniamo i tanti mitomani e truffatori che vendono patacche, quanto quei veri nobili che non si comportano più come tali. 
 
Cosa vuol dire essere Nobili nel 2015? 
 
E proprio per dare una risposta a questo annoso quesito che nasce la nostra associazione. I titoli, gli stemmi e le proprietà delle antiche famiglie italiane, rappresentano un grande patrimonio (storico, culturale, artistico ed identitario) della nostra nazione, assolutamente da tutelare, ma la vera nobiltà è altra cosa. Per noi, ereditare qualcosa non è sufficiente per essere qualcuno, la nobiltà è conquista e merito, selezione e governo dei migliori. L’aristocrazia non è semplicemente cultura e buone maniere, ma sopratutto tradizione, ovvero trasmissione e difesa di valori immanenti, “weltanschauung”, stile di vita, visione del mondo,  
 
Come agite in uno stato in cui l'aristocrazia nobiliare è caduta nel dimenticatoio dopo la Proclamazione della Repubblica? 
 
Noi vogliamo tutelare il patrimonio storico della nobiltà ma anche sostenere il pensiero aristocratico ed il concetto di cavalleria cristiana, ai quali, in tanti si avvicinano, per interesse storico e-o adesione culturale e spirituale, a prescindere dalle proprie origini genealogiche. La nobiltà autentica è, da sempre, una classe aperta, dinamica, in continua evoluzione, non un fenomeno statico o museale. Non a caso, non solo nelle monarchie, ma anche nelle repubbliche esistono degli ordini cavallereschi che premiano i migliori, o almeno così dovrebbero. 
 
Quali sono le vostre opere nel sociale? 
 
Noi non facciamo direttamente volontariato ma sosteniamo attivamente le iniziative dei più importanti e benemeriti ordini cavallereschi: quello Sovrano Militare Ospedaliero di Malta, quello Reale dei Santi Maurizio e Lazzaro e quelli Costantiniani di San Giorgio delle tre legittime obbedienze (di Parma, Napoli e Spagna). Certo è che, per un nobile, aiutare chi ha veramente bisogno (poveri e malati, anziani e bambini) è un preciso dovere (una “condicio sine qua non”) quanto quella di difendere la fede (per noi la Chiesa cattolica), la patria e le legittime case sovrane. 
 

giovedì 9 gennaio 2014

Il "barone nero" Roberto Jonghi Lavarini

 
Roberto Jonghi Lavarini ha 40 anni, è felicemente sposato con Veronica ed ha due figlie di 11 e 6 anni, Beatrice e Ludovica. Laureato in Scienze Politiche alla Università Statale di Milano, lavora come consulente immobiliare (compravendita e ristrutturazioni) nella società di famiglia ed è iscritto a diverse associazioni di categoria. Cristiano Cattolico praticante, fedele alla Tradizione, è Cavaliere dell’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro e Volontario del Corpo Italiano di Soccorso del Sovrano Militare Ordine di Malta. Appassionato di storia, cultura, araldica, tradizioni religiose e popolari, enogastronomia e sagre paesane, è molto legato alle radici ed alla identità Walser (tedesco-vallese) della propria famiglia e fa parte del gruppo folkloristico del suo paese di origine, Ornavasso. Da sempre coerente militante di destra, è stato: Segretario del Fronte della Gioventù di Milano, Dirigente Provinciale del Movimento Sociale Italiano, Dirigente Regionale di Alleanza Nazionale e della Fiamma Tricolore della Lombardia, Consigliere Circoscrizionale e Presidente della Zona Porta Venezia, per due volte candidato alla Camera dei Deputati come Indipendente ne La Destra. Attualmente, per scelta, non ricopre alcuna carica politica e non è iscritto a nessun partito ma collabora con svariate associazioni culturali e testate giornalistiche, partecipando a diverse trasmissioni televisive come opinionista.
 

 
Antica famiglia Walser (tedesco-vallese) della Vall d’Ossola, gli Jonghi Lavarini sono i legittimi discendenti dei nobili carolingi Crussnall primi signori feudali di Ornavasso, poi trasferitisi in Svizzera. Il Capostipite di questa importante Sippe germanica, storicamente presente in tutte le valli del Monte Rosa, è Jocellino I von Urnavas, citato nel 1275 come Visdomino di Naters. Da suo nipote Jocellino II “Jung” (il giovane), discendono appunto gli Jonghi von Urnavas che furono fra i promotori della colonizzazione walser delle Alpi, spingendosi, oltre il passo del Sempione, fino a fondovalle, a Casaleccio, Ornavasso e Migiandone, rivendicando la titolarità su quelle terre.  Nel 1486, il Vescovo di Sion, Iodico von Syllinen, Signore del Vallese e Principe del Sacro Romano Impero, rivendicando il legittimo dominio su quelle terre, nominò, suo Curatore, il Ritter (Cavaliere) Theodorus Jongh, riconoscendolo erede dei primi signori di Ornavasso  (poi trasferitisi nel Vallese) con lo spettante titolo di Freiherr von Urnavas. Già nel 1495, però, il Ducato di Milano ed i Visconti rientrarono definitivamente in possesso della Baronia di Ornavasso, accordandosi con le “locali genti alemanne” (Walser), alle quali venne concessa una larga autonomia.  Da allora i “todeschi Jonghi di Urnavas” sono sempre citati  negli eventi storici della valle. In particolare, nel 1575, Pietro ed Angelino Jonghi, partecipano alla costituzione degli Statuti di Ornavasso in quanto “cardenzari et uomini particolari di detto luoco”.  Nel 1605, gli Jungen Urnavas sono citati nel “Wappenbuch des Heligen Romischen Reichs” (registro degli stemmi del Sacro Romano Impero). Nel corso dei secoli possedettero molte terre agricole, pascoli, boschi, cave di marmo e palazzi signorili (ancora esistenti come quelli di Ornavasso, Vogogna e Piedimulera), imparentandosi con le più importanti famiglie del Verbano-Cusio-Ossola. Dal 1738 gli Jonghi furono sempre presenti nel Consiglio Generale dell’Ossola come Patriziato Aggregato. Nel 1900, S.M. Re Umberto I concesse al Nob.Cav.Ing. Cesare Jonghi di aggiungere al proprio cognome ed al proprio stemma anche quelli materni dei nobili Lavarini (famiglia di remota origine veneta, di medici ed impresari, decurioni e sindaci, citata fin dal 1575).
 

 
Intervistiamo Roberto Jonghi Lavarini (41 anni, noto esponente della destra milanese, opinionista radio televisivo, ex dirigente del MSI e di AN, già presidente della zona Porta Venezia): uno "politicamente scorretto e senza tanti peli sulla lingua". D (domanda) – R (risposta) D - Ti abbiamo sentito alla Zanzara sotto il fuoco incrociato di Cruciani e Parenzo… R - Si, è un bel ring anche se alla radio è impossibile spiegare bene i concetti, difendersi e replicare. Mi dispiace solo essere stato obbligato a parlare solo del passato e non del presente, tantomeno del futuro. Comunque, sia chiaro: non mi vergogno affatto delle mie idee e non ho certo paura di esprimerle liberamente. Io non rinnego nulla e non mi tiro indietro davanti ad una sfida. Il mio giudizio storico sul Fascismo e Mussolini rimane assolutamente positivo. Anzi, a dirla tutta, di fronte alla attuale crisi dell’occidente, causata dalle speculazioni della plutocrazia internazionale, incomincio anche a capire ed a rivalutare certe scelte politiche ed economiche della Germania Nazional-Socialista. La storia del secolo scorso è tutta da riscrivere... D - Ti abbiamo anche letto sui giornali parlare di Grillini e Lepenisti… R - Ho semplicemente riportato dei fatti assolutamente noti: Marine Le Pen, in vista delle prossime elezioni europee del 2014, vuole giustamente costituire un fronte europeo dei popoli e delle nazioni, e, attraverso tutta una serie di contatti ed incontri,  cerca degli interlocutori affidabili anche in Italia. Mi hanno però assicurato, dalla sua segreteria politica, che non vi è e non vi sarà  mai alcun accordo con il Movimento 5 Stelle. Ad oggi, quindi, gli unici referenti ufficiali del Front National francese, rimangono solo la Fiamma Tricolore e La Destra che, non a caso, hanno ripreso ed accelerato il processo di riunificazione della destra sociale italiana. D - Infatti, sabato sarai a Roma alla rifondazione di AN lanciata da Storace… R - Quella di riesumare la vecchia Alleanza Nazionale è evidentemente solo una provocazione politica, rivolta soprattutto agli amministratori della omonima fondazione (che gestisce il patrimonio del MSI) ed ai Fratelli d’Italia: l’obbiettivo è, finalmente, quello di riunire, rinnovare e rilanciare la destra italiana, partendo dall’appello lanciato, a suo tempo, da Marcello Veneziani e dal  progetto Itaca. Urge un nuovo movimento anti-mondialista che difenda veramente l’identità, la sovranità, i sacrosanti interessi del nostro popolo e della nostra nazione. Bisogna fare massa critica, voltare pagina, chiudere con vecchi rancori e polemiche. Su questa strada obbligata (non solo dallo sbarramento elettorale del 4%), i nostri primi e naturali interlocutori non possono che essere gli amici di Officina per l’Italia. D - Veniamo a Milano, quale è il tuo commento sul Far West di Quarto Oggiaro? R - Conosco bene quel quartiere difficile e, durante la campagne elettorali, in mezzo a centinaia di cittadini assolutamente perbene, ho incrociato anche diversi pregiudicati, alcuni dei quali cercavano veramente di cambiare vita ma non è facile. Lo stato deve fare sentire tutta la sua autorità ed autorevolezza, innanzitutto dando risposte concrete (case popolari, asili nido, spazi per i giovani, sussidi per gli anziani, istruzione e supporto al mondo del lavoro) e secondariamente con una presenza costante e visibile delle forze di polizia. Per sradicare la criminalità ed il degrado, servono “il bastone e la carota”, ovvero legge ed ordine (anche “il pugno di ferro” quando serve) ma insieme a giustizia sociale. Ma in quella zona, è giusto ricordare che ci sono anche tanti esempi positivi: parrocchie, centri sportivi, associazioni culturali e di volontariato e tanta solidarietà. D - Quale è il tuo giudizio sui governi locali di Pisapia, Podestà e Maroni? R - Quello sulla giunta rossa del radical-chic Pisapia è assolutamente pessimo: ha diminuito fortemente la sicurezza ed il benessere dei milanesi, tartassato famiglie e commercianti, abbandonato le periferie, difeso solo zingari e leonkavallini, riempito di consulenze e soldi pubblici i propri compagni di merende. La giunta provinciale ha lavorato benino ma, contando veramente poco, non se ne è accorto nessuno. E dalla Regione Lombardia, dopo tutte le incoraggianti promesse elettorali di cambiamento di Maroni e della sua lista civica, sinceramente, mi sarei aspettato di più, ma è ancora presto per giudicare, diamogli ancora qualche mese. La verità è che in questa crisi sistemica della democrazia, i partiti e le assemblee elettive contano sempre meno e la classe dirigente selezionata è sempre più mediocre e meno autonoma. Bisogna tornare alla grande e buona Politica, fatta con disinteresse e passione, per la propria comunità, ognuno con le proprie idee. D - Ma quali sono le tue proposte concrete per uscire da questa grave crisi sociale? R – Grazie della domanda, finalmente parliamo di cose concrete! Le famiglie e le imprese italiane sono soffocate dalle tasse e dalla burocrazia, non si riesce più a lavorare e, in certi casi, nemmeno a sopravvivere. E per abbassare questa vessatoria e insopportabile pressione fiscale, oltre a fare tagli (e di carrozzoni inutili e sprechi ce ne sono ancora tantissimi), bisogna rivoluzionare il sistema economico dello stato, rivedere i trattati europei, riprenderci la nostra piena sovranità monetaria, nazionalizzare la Banca  d’Italia, vietare e punire severamente le infami speculazioni dell’alta finanza privata internazionale che sono la principale causa di questa crisi. D - Ora arriva il giochino del botta e risposta. Ad ogni nome che faccio voglio un definizione sintetica o un tuo commento veloce. D - Erich Priebke: R - Un soldato tedesco che ha ubbidito ad ordini superiori. Pace all’anima sua. D - Papa Francesco: R - Simpatico, comunicativo, nazionalpopolare ma io preferivo Benedetto XVI. D - Silvio Berlusconi: R - Un sincero anticomunista. Un grande uomo, con più pregi che difetti. D - Alba Dorata: R - Onore ai due giovani patrioti greci ammazzati dai sicari del mondialismo. D - Primavera Araba: R - Una tragedia. Io difendo i cristiani perseguitati ed in Siria sostengo Assad.